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Cima della Laghetta

Antefatto: Avete presente il film di Verdone alla ricerca di amici per il ferragosto? Ecco così ha fatto Fabio con me, scorrendo l’elenco buona ultima mi ha trovata “ti va di farti un giro lungo sui Monti della Laga? Gliela fai?”. “Si, ma non corro, vado alla mia velocità” cioè lenta infame.

L’epica impresa:Vado lenta, anche in macchina, nel senso che rispetto il limite stabilito, se c’è indicato 50 vado a 55, massimo consentito, per cui mi tocca anche sorbirmi gli improperi di Fabio “se vuoi guido io perché ti vedo titubante (PS: come il facocero titubante di Su Palu?..)” “non ci penso nemmeno, la macchina è mia e guido io” è la lapidaria risposta, che immediatamente m’è venuta in mente Elena che affida la sua macchina ai maschi ritenendoli più bravi. Ma de che. Arrivati sani e salvi a Cesacastina (…grazie alla mia sapiente guida…), incontriamo Luca al bar del suo paese, , finalmente vedo la tanto decantata Cesacastina torbiditica in tutta la sua fresca, terremotata, bellezza. Trovo Luca in perfetta forma e mi dispiace di non averlo compagno di grotte e montagne, ma ci suggerisce il sentiero da fare “non vi conviene questa traccia ma la cresta delle troie, fate prima!”. Bon, andiamo. Lasciamo la macchina nella polveratissima sterrata laddove c’è l’indicazione del sentiero, che non si vede proprio, e saliamo, dritto per dritto il ripidissimo paleo erboso. Immediatamente Fabio mi distanzia ma, da buon diesel qual sono, so già che prima a poi lo raggiungerò, anche perché, suo malgrado, gli tocca aspettarmi. Diciamo che a suo vantaggio stavolta non fotografo fiori, penso solo ad arrivare lassù che mi pare lontanissimo. Seguiamo tutta la cresta, avendo sulla sinistra la valle delle cento cascate e davanti a noi il Gorzano. “Quante cime hai detto che dobbiamo fare?” gli chiedo ad una certa “5 cime, che sto facendo la raccolta dei 2000, ma visto che entrambi abbiamo già fatto il Gorzano potremmo deviare sulla traccia a sinistra verso Cima della Laghetta, poi io salgo sulla cima della Cipollara mentre tu vai alla Laghetta e mi aspetti”. Benone, ho tutto il tempo per fotografare fiori e guardare con comodo il panorama. Come concordato, arrivati alla ventosissima cresta e raggiunta una cima senza nome, Fabio va verso la Cipollara mentre m’incammino lemme lemme per la vetta convenuta. Se lungo il percorso, soprattutto intercettando la valle umida, ho visto fiori interessanti, qua non c’è niente. Come da prassi. Però posso ammirare le incredibili morfologie delle torbiditi messiniane e ascoltare i discorsi marchigiani di un gruppo di Ascoli Piceno che mi prendono per fotografa. Riposata per bene, ecco che arriva Fabio di corsa, ancorchè abbia fatto solo una cima e non, già che c’era, il Gorzano, Pizzo di Sevo e Pizzo di Moscio. Certo che sto Pizzo di Moscio sta anche vicino alla cresta delle Troie, qualcosa non quadra. “Ci ho messo tanto perché ho fotografato” è la scusa di Fabio che, per redimersi, mi fa fare un sacco di altre cime di cui non ricordo il nome se non i saliscendi su lisce scaglie torbiditiche e ghiaietta che se caschi non ti trovano più nianca i ossi e bon. Per tornare c’è un sentiero? Manco per niente, giù per ripidi pendii con erba molto alta, ma, fortunatamente, senza vipere, fino ad arrivare ad un posto da sogno. A parte una cresta torbiditica piena di anfratti che ha risvegliato l’istinto speleo di Fabio, una cascatella ed acqua limpidissima dove fare il bagno. Ci fosse stato Sergio l’avrebbe fatto senza meno, ma Fabio dice che solo a metterci i piedi dentro ti vengono i diavoloti, così ci limitiamo a sciacquarci come anatre e far foto a non finire col Gran Sasso e il Centenario a sfondo. “Ti va di fare il Centenario?” mi chiede Fabio titubante “chesseimatto, un su e giù senza senso, lungo una Quaresima (….), serve l’imbraco e ti devi portare acqua come nel deserto, roba da Caini”. Ci vuole del bello e del buono per staccarci dalle pozze e cascatelle, ma tant’è, dobbiamo tornare a valle. Tanto per gradire scendiamo 100 metri sotto la macchina e, stavolta, do le chiavi della macchina a Fabio “tiè valla a prendere e guida, che mi riposo all’ombra”. Detto fatto guida fino a metà autostrada. “Ho visto che non ti sei scomposta quando guidavo” “eccerto, pensando che prima o poi tocca morire, mi sono concentrata sulle notizie tragiche di incendi aggiornatimi dallo smartphone e ho visto quello tremendo di Arischia che ha distrutto un bosco intero, non meritiamo tanto di vivere razza umana”. Non so se Fabio si sia grattato i cosiddetti ma mi ha subito ceduto la guida.
Alla prossima!!! Mg 7.8.2021

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