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Cima del Porco

29.6.2021 Cima del Porco Anche oggi Altopiano, Sergio più che mai intenzionato a lettura sotto pecci e io, stavolta, vorrei visitare il giardino botanico alpino di Monte Corno. Un cartello dice “xè verto” ma xè verto solo l’ingresso, tutto il resto, comprensivo di specie rarissime dell’altopiano, xè sarà eccome, verto solo i festivi. Bon. Prendiamo la sterrata che sale a Cima del Porco e qua Sergio trova l’eldorado, tavoli con panchine ombrose, subito si mette a mangiare che il nome l’ha invogliato. Invece la mia voglia di montagna non si placa affatto standomene seduta, con tanto bendidio di Altopiano da esplorare, e, data un’occhiata alla cartina offline di Sergio, decido senz’altro di arrivare al Rifugio Caltrano. “A che ora devo chiamare i soccorsi?” è la incoraggiante domanda di Sergio “a mezzanotte, ma non c’è bisogno, seguirò la strada ben messa”, ciò detto m’incammino. Subito faccio la deviazione per la cima e la malga chiusa perché almeno una cima una, ma incontro due escursionisti che mi chiedono lumi sui posti. Rispondo in perfetto romanesco su ogniccosa ho percepito guardando la cartina di Sergio, tranne ovviamente le distanze perché non le so nemmeno io, solo a occhio. Mi ringraziamo calorosamente come se avessero incrociato una guida del CAI. Occhio, gli speleo son meglio, famose a capì. La strada per il rifugio è in discesa, fotografo, al solito, ogni fiore interessante e mi trovo davanti a un enorme cumulo di tronchi ex Vaia. Non ho la più pallida idea di quanta strada ho percorso in discesa per cui, guardando l’orologio, decido tra me e me che se non vedo il rifugio subito, torno indietro. Invece alzo gli occhi e vedo il tetto. Il rifugio è tale solo come costruzione senza infisso alcuno, ma all’interno c’è un bel camino e un po’ di immondizia lasciata da escursionisti. Dal cartello leggo che è stato finanziato con fondi europei e serve come appoggio per lo sci di fondo. Appagata la curiosità metto il turbo e in mezz’ora sto da Sergio che sta beatamente seduto con la maglia di lana. “Fa freddo????????? allora prendo il sole!!” Mi sdraio sui dormiben a leggere “Finitudine” in stile altopiano beach finchè il freddo non ghermisce anche me. Meno male. Torniamo a valle con sosta obbligata a malga Serona (1267 m) con splendida vista sulla pianura veneta, laddove vedi Venessia sensa pagare, per mangiare il loro gelato fior di latte con frutti di bosco. Stasera, San Pietro partono di Schio, ci sarebbero i fuochi d’artificio ma noi di artificiale preferiamo un comodo letto.

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