torna all'indice

MONTI CANTARI

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

Appartengono al bacino imbrifero dell'Aniene e costituiscono il settore più settentrionale della catena degli Ernici, della quale possiedono le cime più elevate ed importanti;
si staccano dai Simbruini al Valico della Serra (1601 m) nell'alta val Granara;qui la catena sale per monte Piano ed i Cantari per monte Viglio, massima elevazione; discende sul monte Pratiglio; si deprime al valico di Femmina Morta;
risale al monte Crepacuore e, attraverso alcune elevazioni secondarie, termina al Pozzotello.
Da questo robusto complesso ha origine un'altra catena che si stacca da monte Pratiglio e con direzione SO fa da spartiacque alle valli Granara e dell'Aniene a nord ed alle valli di Sant'Onofrio e del Fosso di Campo a sud e termina al Ponte delle Tartare sull'Aniene sotto Trevi nel Lazio.

Il nome di "Cantari" attribuito a questo insieme di monti, ed in paticolare alla q.2156, deriva dal latino "cantharus" cioè coppa; infatti la catena, specialmente verso occidente, si presenta profondamente scavata, con circhi dalle alte pareti rocciose, già sede di ghiacciai che giustificano tale appellativo.

MONTE VIGLIO

E' la vetta principale dei Cantari (2156 m), un imponente massiccio che separa la valle del Liri (val roveto) da quella dell'Aniene (val granara).
Si distende da nord a sud allacciando gli Ernici propriamente detti ai Simbruini.
Verso Ovest scende parzialmente ripido e boscoso vulla valle dell'Aniene, ad est precipita con dirupi e salti di roccia sulla valle del Liri, costituendo un insieme orrido e pittoresco.
Sia dalla vetta, sia dalla lunga cresta, scendono verso NO ripidi valloni che con buone condizioni di neve sono percorribili in sci.
Dal monte Piano la cresta larga e pianeggiante sale al Cantaro, poi si assottiglia e viene sbarrata dal Gendarme, dove prosegue sottile e dentellata, assai ripida su ambedue i versanti, sino alla vetta situata a nord di un caratteristico catino erboso, vera dolina carsica, dove diventa nuovamente larga e continua in leggera discesa costituendo la spalla sud della montagna.
Nei fianchi del massiccio sono scavati numerosi circhi glaciali; tre sul Viglio, di cui due contigui nella val Fura e sul versante ovest, ed uno nel vallone delle Portelle, sul versante est; altri due allineati sul versante est del monte Piano, poco a monte de Belvedere, ed altro sul versante nord del monte Piano.
Ognuno di questi circhi albergava un ghiacciaio ma solo in quello situato a nord di monte Piano è possibile osservare tra i 1550 /1600 m cospicui resti morenici nei pressi della Fonte della Moscosa.

Itinerario: Da Filettino per la Fonte della Moscosa, Monte Piano e la cresta nord nord-est.
Dislivello 610 m. Da Filettino salire al valico della serra, 11 km dal paese, sulla destra del valico una strada sterrata (lasciare le macchine) porta al valloncello dove c'è la fonte della Moscosa (1601 m).
Si segue il sentiero segnato che risale brevemente il vallone e poi piega a destra risalendo ripidi pendii erbosi fino al pianoro sommitale di monte Piano (1838 m).
Il tracciato supera poi le successive elevazioni dei Cantari e scende brevemente ad una larga sella (2045 m) dominata dalle rocce del Gendarme. Si supera il torrione per un canalino oltre il quale si raggiunge in breve la vetta.
torna all'indice