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Un buco nell'acqua

Antefatto: Come ogni giovedì si decide l’attività del gruppo. “Che si fa?” “Murano no, giornate troppo corte; Abisso Petrella no, troppo stretta; Pitagorico no, manca Paolo; Pifferaio no, troppo sporco; Ciauca Baraonda no, troppo distante” Mihhhhh!!!!! e allora? Ben è il tempo ideale per i buchi sopra Polleca, uno, un particolare, resta ancora da vedere. Perché? Chiederete voi, curiosi che non siete altro “perché è inavvicinabile, sta in parete”. “Ma sicuramente l’omo sparagnao l’avrà abitato, lui, al contrario di noi, andava dovunque”. Per questo ha colonizzato il mondo e non si è ancora schiodato.

L’epica impresa: Siamo tanti per fortuna, così il peso è diviso. Per gli impiccioni: Andrea-archeologo, Luca-geologo, Angelica-archeologa, Nozzolone, Augusto, David, Federico, Patrizia, Alberto e la sottoscritta. Tanti per un buco solo. Ma tant’è, c’è da armare un traverso per arrivarci. Bon, arrivarci, ecco il primo step. Due sono le vie: roveto inestricabile o ghiaione tremendo. Le proviamo entrambe. Scegliamo il ghiaione che non ci esime dal rovetamento can. In ogni caso mandiamo avanti Luca che, sia per la stazza che per l’inesauribile entusiasmo, ci apre la via. E siamo sotto le pareti, guardiamo in su e vediamo una corda che le traversa. “Chi è stato?” Più che altro venire qua ad arrampicare previo attraversamento di rovi e ghiaione. Boh? Intanto arriviamo al primo buco. Andrea dice che dentro non c’è nulla di archeologico, ma ormai, dopo Sezze, calcolo Andrea attendibile come me con Malga Fossetta. Lo dici tu che non c’è niente. Intanto il buco è tutto nero di fumi antichi. “Tracce d’acqua” dice Andrea, ma da chi ha imparato sto qua? e poi c’è una stalagmite fallica tutta liscia col buchetto in cima (non accidentale e usata ancorché da omini sparagnai gay) e poi cocci moderni. “Cerca grafitti piuttosto” mi suggerisce Andrea. E no, questi non li vedo, gli antichi Esperuli non perdevano tempo con graffiti, andavano al sodo. Fotografo tutto per il Presidente che almeno lui mi dà soddisfazione, oltre che l’imperativo categorico di fotografare. Vedo che tutti gli altri proseguono oltre e mi dirigo nella balza lisciata dagli sparagnai “no, dagli animali” mi contraddice Andrea. Sicuro che abbia fatto archeologia? Mah…gli animali non passano per cenge pericolose, semmai sotto. Arriviamo al bucone grande e vedo Luca e Federico arrampicarsi. “Pure io!!”e salgo in men che non si dica. Federico riscende e arriva Angelica che si mette coscienziosamente a raspare trovando una falange d’orso. Restiamo in tre a crogiolarci nel buco, finchè non sento il Nozz che si sta preparando per il traverso. Eh no! Pure io voglio arrampicare!!!! C’è solo da scendere da sto buco il chè mi pare piuttosto circospetto. Fortuna che mi aiuta Federico. Il Nozz inizia il traverso, ma alzando gli occhi vedo sta corda che arriva dall’alto ed è statica. “Qualche speleo c’è già stato, ma chi si fida ad usarla?”. Però.. almeno gli armi. Si , arrivaci agli armi!. Cosa che intende fare il Nozz se non avesse usato una piastrina del gruppo montata male che per levarla serve la forza bruta di Federico. Usa pure il multimonti scoprendo che per metterlo servono le binde. Il mio compito è fargli da sicura e finchè c’è il sole è pure piacevole ma quando scende dietro le pareti.. salvete cielo! Freddo boia come in grotta. E pensare che dalla parte opposta di Polleca, laddove è andato tutto a fuoco e ci sono buchi nuovi da vedere, il sole brilla fin notte. Come al solito, siamo nella parte buia del mondo. Arriva provvidenziale Luca che mi porta la giacca a vento e aspettiamo che il Nozz armi sto benedetto traverso. Federico, per agevolarlo, gli monta anche un armo su frassino in roccia e può salire ancor di più. Sento il Nozz ruminare mentre medito sulla sindrome da imbraco “Roccia marcia!” E butta giù un macigno. “Mi tremano le gambe!!” dice “dalla paura?” “no dalla stanchezza” ben a me le gambe son diventare nere a furia di sta appiccata in roccia a far sicura…mica vero, faccio zumba, quali nere! Quando gli altri si sono ghiacciati per bene arriva Luca di gran carriera “sono le 3!!” come se avesse detto che è mezzanotte. Fatto sta che sto proclama ha la facoltà di schiodare (letteralmente) il Nozz dalla roccia ma per farlo tornare indietro serve tanto tempo che per avanzare. Lo dico solo a voi, secondo me armare traversi non è cosa per noi, chiamiamo quelli che hanno piazzato sta bella statica!!. Fosse buona almeno…chissà. “Forse è il caso di andare sopra dove son partiti loro e utilizzare gli armi che sembrano buoni per arrivare al buco dall’alto”. “Ma è una calata di almeno 40 m!”obietta Augusto. Troppi? Pensare che abbiamo comprato 200 m di corda, dovrebbe bastare. “Sai cosa? Se tanto mi dà tanto anche sto buco in parete non porta da nessuna parte” osserva qualcuno “ma almeno qualcosa di archeologico potrebbe contenere” ragiona Angelica “ma no che vuoi che ci sia!” risponde Andrea “certo che se fossi stata come te non avrei mai trovato le orme” obietto. Oh no!! Le orme!! Alberto non le ha viste e ci tocca fare pure pellegrinaggio a ste orme e vedere Luca che fa la solita mossa con la mano a tre dita che a furia di toccarle le ha anche consumate. Morale della favola, abbiamo fatto un buco nell’acqua con buco di Polleca.
Alla prossima!! Mg 19.11.2017
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