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Bafile e non solo... (Ferrata Gransasso)

Antefatto: Finalmente, dopo la diaspora ferragostana, Giorgio riunisce la compagnia bella e ci propone ben due ferrate e una direttissima in quel del Gransasso. E vai!!!

L’epica impresa: Siamo il 4, Giorgio, Arnolfo, Augusto e la sottoscritta, immagino che vadano come treni visto che loro si sono allenati e io no. “I giri sono lunghi e impegnativi” ci avverte Giorgio che, secondo me, nel latte si è versato i croccantini energetici dei gatti; fatto sta che inizia a salire e, fino al sassone, non si ferma un attimo, contrariamente al suo solito che mi aspetta. Vedo che Arnolfo annaspa come me “per fortuna” penso. E’ che s’è mangiato due cipolle che fanno reazione e va, infatti, a reazione, tocca stare sotto vento. Augusto, nonostante si sia scordato i bastoncini, non sembra avere problemi di sorta. Noi siamo ancora a valle e Giorgio già al sassone. Bon, lo raggiungiamo già stanchi ma ci guardiamo bene dal dirlo. Infiliamo gli imbrachi e via verso il Bafile. La ferrata è nuova, la via è armata tutta anche dove non serve, è quasi orizzontale, ma ad ogni minima salita mi viene il mal di stomaco. “Saranno stati i funghi?” penso, per cui telefono al Nozz per sapere se anche lui accusa malamenti “no, è la stanchezza” risponde,cosa che conferma anche Augusto, “sei stanca”. A guardarlo lo sembra pure lui e per di più si lamenta del mal di schiena. Però al Bafile siamo tutti felici e contenti, facciamo tappa e Giorgio ci mette fretta guardandomi “dai che ci aspetta la direttissima” “siii”. La voglia di farla c’è ma lo stomaco non è dello stesso avviso, a ogni fatica si fa sentire. Torniamo sui nostri passi fino al sassone e incontriamo il re del Viglio che ha da ridire sulla mia mise ferrata-speleo “non è a norma”. Ma de che!!! Se ci fosse qua il Nozzolone ti dimostrerebbe conti alla mano che la roba spelea accroccata da lui tiene più di qualsivoglia froceria a norma. Arrivati al sassone toccherebbe affrontare la direttissima ma c’è l’ammutinamento generale “non mi sento in forma con sto mal di pancia” dice Arnolfo, “non faccio un passo di più” aggiunge Augusto”, “ho mal di stomaco” ci metto il carico da 11 e vedo però la faccia affranta di Giorgio “allora torniamo indietro” risponde a fil di voce. Per non deludere Giorgio certamente avrei fatto anche il giro, ma per fortuna si offre Arnolfo, nonostante le cipolle “dai vengo con te”, “allora io torno con Augusto” mi sacrifico ben volentieri perché, oltre alla stanchezza, mettici che ho visto una tonnellata di fiori da fotografare lungo il cammino. “Torneremo tardi” ci avvertono “fate con comodo” li rassicuriamo, mentre procediamo per la discesa lento pede, fermandoci ogni pissada del can a fotografare st’erbacce. Al bivio propongo ad Augusto di proseguire per il rifugio Duca degli Abruzzi “te la senti?” “si” il silenzioso Augusto non profferisce verbo e bon, andiamo. Dopo esserci ben stancati a far i turisti al rifugio, propongo gli ancora “perché non scendiamo per la Portella?.. altrimenti, manco i soldi della benzina” Augusto annuisce ancora e via. Fatto sta che alle 4 stiamo a Campo Imperatore e c’aspetta la lunga attesa. Della qual cosa sono abituata visto le lunghe attese spelee. Ne approfitto per divorarmi un bel po’ di arrosticini con la birra, che per il mal di stomaco sono la morte loro e poi faccio compagnia ad Augusto nella comodissima macchina di Giorgio. Per fortuna entrambi abbiamo da leggere l’ebook nei rispettivi smartphone e l’attesa è piacevole. Alle 7 ecco i nostri amici tornare stanchi e soddisfatti. Veramente tanto stanchi non sembrano, solo assetati, per cui, neanche il tempo di un ah che stiamo ginocchia sotto il tavolo a festeggiare il compleanno di Augusto, con birre e prosecco.
Alla prossima!!! (..spero..) 29.8.2018
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