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L'armo di Pietrasecca (Grotta dell'Ovito di Pietrasecca- visita)

Antefatto: I ragazzi, sobillati da Federico, chiedono grotte da vedere, non quelle da esplorare, che di quelle ne hanno fin troppe, no, vogliono fare le grottone classiche. Di fronte a tanto entusiasmo li avrei portati anche al Krubera, fortunatamente la loro richiesta è l’ovito di Pietrasecca.

L'epica impresa“Chi arma?” chiede Luca, “io naturalmente, qualcosa da obiettare?non ti fidi?”. Sai che ti dico? chiamo Dino “Dino, vieni a Pietrasecca con noi così mi aiuti ad armare?” “si vengo, ma non ti aiuto”. Meglio, mi faccio aiutare da Simone che è alto.
A preparare gli zaini col materiale, però, ci pensa il Nozzolone con i ragazzi, che io devo pulire la sede, così mi trovo tre zaini identici con il materiale così messo: nel primo la corda per il primo salto e per l’ultimo, nel secondo quelle per il saliscendi e per il bidè, nel terzo per la fossa delle marianne e per lo scivolo finale nonché moschettoni, fettucce e la staffa. Non metto bocca sull’equazione matematica che sottende a tale spartizione del materiale, ma per una che è soggetta all’alzheimer precoce è il massimo.
“Lavinia, ti ricordi il contenuto di ciascun zaino?” “certamente!” “bene,allora vieni con noi ad armare”. Fanno parte della spedizione anche Andrea, Luca, Roberta, Nozzolone, in tutto siamo in otto. Al primo saltino mi bagno subito e cerco di mettere la corda tirata, accidenti, non arrivo allo spit. “Simone!! Scendi che mi aiuti a metterlo!, io ti reggo la corda così non ti bagni”. Questo è alto una pertica e pesa anche, chi lo regge? Plafff…nell’acqua..”beh, poco male, ad armare ci si bagna..”. Ok, spit messo, andiamo alla fossa della Marianne, metto l’armo ben tirato e poi salgo per il canapone, armo il saliscendi e sento tutte le critiche del Nozzolone “un solo armo!!! E poi la corda struscia!” e dire che ero anche parecchio soddisfatta per aver fatto tutti arditi rinvii anti bagnamento con manovre pendolatorie. “Metti una fettuccia all’altro spit” gli dico, anche se mi pareva che ci fosse già un bel groviglio di cordini a reggere il tutto. Non perdiamo tempo, ora devo armare il bidè, guardo e ci sono due fix ruggini senza dadi e un buco da spit che pare vecchio assai. Infatti non riesco ad avvitare nulla, un po’ perché c’arrivo a malapena, un po’ perché sembrano talmente arrugginiti da rifiutare qualsiasi dado e bullone. E mo? L’alternativa è bagnarsi tutti. “Sergiooo!!! Provaci tu”. Lui riesce ad avvitare i fix, mette la staffa e una fettuccia, arma il taboga e poi mi cede il resto. “Sono stanco continua tu” Con vero piacere, ho il pozzo e poi il lago con i traversi. Stavolta è andato tutto a meraviglia, non si è bagnato nessuno e non ho sentito voci di critica alcuna. Bene.
Sono bagnata io, ma fino alle mutande, ci posso anche stare. Solo che mi vien freddo e mi precipito sulla salita con Simone, Lavinia ed Andrea al seguito. Però in cima al pozzo dopo Simone ed Andrea arriva Luca che, a rigore, dovrebbe restar là ad aspettare Lavinia. Invece viene con noi alla parte bella. Mihh!! torno indietro nel salone a prendere Lavinia che imperturbabile si è trovata la strada da sola. “Chi c’è dopo di te?” “Sergio”, ”Ok, raggiungi gli altri che vedo come sta”. Stanco. “Torno indietro” “e Dino?” “Sta arrivando”. Nel frattempo arriva anche Roberta per cui raggiungo in fretta e furia i ragazzi per portarli al fondo. C’andiamo velocemente che mi devo scaldare. Lento pede ecco arrivare Roberta che intende mangiare. Già immagino i soliti bivacchi con pentole, pentoline, pranzi da meno mille. “Ahò, vedi di sbrigarti a mangiare e iniziate tutti a tornare che dobbiamo disarmare, io, Simone e Lavinia”. Lei mangia con la sua solita flemma e spero che nel frattempo ci raggiunga Dino che non si vede. Sono un po’ preoccupata ma non tanto, è una pellaccia esperta, se la cava sicuro. Invece non aveva trovato la strada giusta e lo incontro che stava andando verso un ramo che butta al fiume. “Va beh, Dino, stiamo tornando”.
Intanto Luca, Roberta ed Andrea, devo dire, hanno rispettato le consegne e si sono sbrigati quanto basta. Solo sotto il lago, visto un po’ d’intasamento, ho portato Simone e Lavinia a vedere il sifone terminale e poi, via a disarmare. Con Simone e Lavinia è andata benone, solo al saliscendi mi si è intrecciata la corda col canapone e c’ho messo una cifra a districare un groviglio immondo che s’era creato. Molto zen a districare il tutto, pazienza, pazienza, pazienza, è stato paziente Simone ad aspettarmi al saltino, ma sopra, per cui ho lasciato la piastrina che manco con gli stivali tacchi a spillo avrei potuto togliere, troppo alta. Riepilogando, siamo stati tutti soddisfatti, pure io, nonostante le critiche, tra l’altro ho fatto il nodo di Cesare per risparmiare un moschettone, pensando che il Nozzolone va notoriamente a risparmio, ma non è servito, visto che Dino l’ha doppiato su una piastrina perché non gli piaceva l’anello ruggine che ho utilizzato per l’armo...e dire che la ruggine regge, vero Nozzolò? Guarda quanto siamo ruggini noi… !
Alla prossima!!!!!!!!!! Mg 10.8.2013
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